mercoledì 12 marzo 2008

Radio killed the video star

Avevo dichiarato tempo fa (esattamente qui) il mio amore per una neonata radio, che mi tiene compagnia durante i momenti della giornata trascorsi in auto. Come in tutte le grandi passioni, anche in questo caso alla lunga sono emersi degli attriti: quei piccoli grandi nei, che sembrano minuscoli quando tutto va bene, ma titanici quando si è già alla frutta. Nella mia relazione sentimentale con Virgin Radio, il pomo della discordia, l'oggetto del contendere, il difetto insopportabile, si chiama "Rock in translation". Una rubrica (ahimè) quotidiana e (altrettanto ahimè) ripetuta tre volte al giorno, in cui il duo comico I Mammuth (per intenderci, quelli che a Zelig dicevano "C'è stino? Cestino!" e "E' la mia volta??") traduce i pezzi più noti del rock internazionale. Partendo dai grandi classici anni Ottanta fino ai nuovi tormentoni, la coppia interpreta con enfasi i testi di canzoni celeberrime, mettendo da parte la vena ironica e dimostrando una crudeltà insospettabile nello sbriciolare miti che hanno accompagnato generazioni intere. Ecco quindi che cantanti incazzosissimi che spaccano palcoscenici, fanno corna a tutto spiano, fingono di trombare con l'asta del microfono e mandano affanculo mezzo mondo, in realtà stanno solo cantando "Nella mia aiuola ci sono tantissimi fiori colorati" oppure "Vado a raccogliere castagne con il nuovo cestino di vimini che mi ha regalato la nonna".
I Buggles cantavano "Video killed the radio star". Ma credo che ora stia accadendo l'esatto contrario.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

:) Grazie x le risate!! Baciuz

Anonimo ha detto...

WOW!! GIORNALISTA, MOTOCICLISTA, PALLAVOLISTA E OCCHI AZZURRI!! ALTROOO???;-). C.