Conflitto generazionale

Oggi osservavo il mio cane ed il mio gatto. Il primo è la versione "pastore tedesco" di Matusalemme: ha solo voglia di dormire, mangiare e di farsi fare qualche coccola. Il secondo è la versione pirla di Jack Nicholson in Shining: mangia, dorme, se ha voglia si fa fare qualche coccola, se no ti spella una mano, prima di mettersi a correre in giro per la casa camminando sulle pareti come la bambina dell'Esorcista. Questo pomeriggio li guardavo: il piccolo Jack Torrence peloso faceva gli agguati al canuto patriarca a quattro zampe, gli saltava sulla schiena, giocava con le sue orecchie e la sua coda. Il folle si divertiva, la vittima un po' meno.
Ci ho riflettuto, ed è come se costringessero Rita Levi Montalcini a dividere la sua stanza con Ambra Angiolini, in versione "Non è la Rai". La prima ha imparato a gustare il silenzio, nella contemplazione e nella lettura, con la giornata scandita da ritmi ormai consolidati negli anni. La seconda balla, canta, urla, fa i gavettoni, salta sul materasso, in piena crisi ormonale. La prima vuole dormire, la seconda solamente fare casino.
E io mi sento un po' in colpa.