carta e penna

Un po' mi manca: il motorino si ferma sul cancello, e il postino lascia scivolare qualcosa nella cassetta.. e giù di corsa a vedere se c'è la tanto attesa lettera.
Certo, comode le e-mail: due minuti e il tuo messaggio arriva al destinatario..
Però, vuoi mettere? Scrivere una lettera.. dedicare tempo a un'altra persona, facendo bene attenzione a scrivere in maniera leggibile. Ricordo che facevo sempre prima una brutta copia, così poi potevo concentrarmi solo sulla calligrafia.. e se, nonostante questa precauzione, riuscivo comunque a fare qualche pastrocchio (cosa che si verificava puntualmente), c'era solo una soluzione: foglio appallottolato, buttato dietro la schiena, e sotto con un altro pulito.
Trasmettere un messaggio solo con la scrittura, con la mano ferma o un po' tremante (questo dipendeva da chi era il destinatario della lettera e da cosa si stava scrivendo), senza faccettine o cose simili.. magari dicendo cose che a voce non volevano saperne di uscire. E poi rileggerla tutta d'un fiato, a capolavoro ultimato, cercando di immaginare la faccia che avrebbe fatto l'altra persona, scorrendo quelle righe. Piegare il foglio in quattro e infilarlo in una busta e scrivere accuratamente l'inidirizzo.. leccare il francobollo al sapore-di-mare, e andare a imbucare la lettera, aprendosi un varco in un'ecatombe di fogli appallottolati, di proporzioni talmente vaste da far rabbrividire qualsiasi ambientalista. Piccoli gesti che si sono un po' persi, come l'emozione di leggere e rileggere una lettera, fino quasi a impararla a memoria, seduto al sole in un prato.. con un sorriso ebete stampato sul viso.