mercoledì 17 ottobre 2007

Lord of the board


Mi piace rivedere queste immagini: è stata una bella giornata a cui -in parte infinitesimale e insignificante- ho contribuito anch'io. Ma soprattutto mi sono divertito davvero tanto, aiutato anche da numerose bottiglie di Corona fin dal mattino, per chiudere poi la serata in bellezza con giri di "té caldi" (leggi vodka e cugina povera della RedBull). I "riders" saltavano, slaminavano, giravano e si cappottavano come se fosse la cosa più semplice del mondo. E per un attimo ci stavo anche cascando: "Magari, quest'inverno..". Poi sono rinsavito e mi è tornata in mente l'unica esperienza snowboardiana della mia esistenza.

Sanbernardino. Inverno 2005. Con abbigliamento da rider extra-ficus preso in prestito da mio cugino e tavola noleggiata da una vecchietta del posto (che mi auguro sia finita in galera per strozzinaggio), mi presento alla base della seggiovia (avete presente Fantozzi quando va a giocare a tennis? La mia espressione era esattamente la stessa!). Impianti chiusi. Le mie preghiere sono state ascoltate. Mentre mi dirigo verso la più vicina cappella per accendere un cero per la grazia ricevuta, a uno degli amici viene la brillante idea di provare a fare un giro al paese più avanti, dove solitamente c'è più neve. Infatti: impianti aperti. Capisco che per il momento nessuno si può ancora accorgere (tranne gli amici a cui ho preventivamente confessato tutto) che sono impedito come una foca. Mi ricordo che ho pantaloni extra-large con cavallo al ginocchio, giacca con cappuccio e teschi sparsi qua e là, cuffia d'ordinanza e mascherone, e quindi ne approfitto per atteggiarmi a rider navigato che si accinge a sfoderare tricks e 360 come se piovesse. Il tragico arriva sulla pista: sembro un orso a cui hanno legato le zampe su una saponetta gigante, e puntualmente -appena riesco a stare un po' in equilibrio- mi sfracello contro alberi, bambini, piloni degli impianti, ponticelli, gabbiotti e cumuli di neve. L'unica soddisfazione arriva quando vengo mollato a circa 2800 dagli "amici" e devo scendere un po' per volta fino a valle: l'istinto di sopravvivenza ha la meglio. Gli altri insistono per fare ancora una discesa e io li invito ad andare avanti, assicurandogli che poi li raggiungo. Fanculo, mi fermo al rifugio per un bombardino. Abbigliamento extra ficus e tavola innevata sotto braccio. Due ragazze mi guardano e mi sorridono. "Ciao, come va? arrivo ora da una discesa fichissima in fuoripista. Voi che fate?"

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Haha!! fa troppo ridere il modo in cui racconti le cose.. scrivi proprio bene sia le cose serie che quelle divertenti!! Bravo!

Anonimo ha detto...

Ciao,anche io ho assistito e partecipato in parte a questo meraviglioso evento!!(questo video l'ho realizzato io..)
Complimenti anche per l'enterprise in homepage!!
ciao
ale