Desiderio felino

Convivendo da alcuni mesi con un membro di questa categoria, è nato in me un profondo desiderio: vorrei essere un gatto.

Non fai una mazza dalla mattina alla sera. Oddio, ammetto che anch'io in questo periodo non mi sto proprio ammazzando di fatica, ma almeno sono sempre preso tra colloqui, telefonate, e-mail, ricerche, ecc. Lui cazzeggia. Punto.

Mangia quando ha fame, dorme quando ha sonno e ogni giorno c'è qualcuno (e per fortuna quello non sono io) che tiene pulita la sua lettiera. Quando gli parte lo "Shining time" azzanna tutto quello che vede e aggredisce chiunque capiti sul suo cammino, con occhi spiritati tipo bambina del film "L'esorcista".

Persino l'atavica rivalità cane-gatto sembra ormai essere sparita: dopo qualche settimana di assestamento, anche l'anziano pastore tedesco si è arreso al nuovo inquilino, prestandosi con una certa rassegnazione alle giocose torture del felino spaccamaroni, con lo sguardo di chi sta pensando: "Ma sono stato così bene da solo per 14 anni, che bisogno c'era di questo scopettino del cesso ambulante?".

Altra caratteristica che gli invidio profondamente è la capacità di disinteressarsi completamente delle aspettative altrui. Teoricamente, l'unico compito del gatto è quello di presenziare quando ci sono ospiti, lasciandosi accarezzare e facendo le fusa. Palle. Se non ha voglia di pubbliche relazioni, puoi stare a sgolarti per un'ora intera, ma il cornuto non ti si filerà di pezza. E qualora dovessi anche riuscire a stanarlo coi fumogeni dal nascondiglio in cui si è barricato, è capace di spolpare la mano dell'ignaro ospite prima che riesca a terminare la frase "Oh, ma che bel micino" mentre abbozza una carezza.

Vitto e alloggio garantiti, in cambio della più completa indipendenza. Cosa volere di più?